cosa succede in medio oriente

L’idea del quartetto medio-orientale è l’unica strategia di stabilizzazione sul campo, campo che però è attraversato anche dalla contrapposizione sciiti-sunniti, da quella monarchie vs repubbliche con i regimi militari come terzo incluso, da quella sunniti moderati vs islamisti armati e da quella Qatar-Arabia Saudita sul tipo di salafismo da promuovere. Coronavirus: cosa succede in Medio Oriente. Inventare una creatura islamista hanbalita-wahhabita armata, nel centro del quadrante medio orientale (al di là dell’assoluta mancanza di realismo di una ipotesi che non conosce neanche i fondamentali della storia islamica e rimane chiusa nell’occidentalismo più vetero anche se di segno “alternativo”)  è tutt’altro che caos controllato e comunque andrebbe in direzione opposta a quella strategia che prima abbiamo detto di esser chiara, comprensibile e credibile per fondati motivi più razionali che non l’avventura di creare ordine dal disordine. GEOGRAFIA, AMBIENTE, GLOBALIZZAZIONE. maggio 19, 2020. Contrariamente alle menzogne della propaganda, gli unici che stanno davvero combattendo sul campo le aggressioni dello Stato islamico (e le mire delle potenze capitaliste), sono le forze del PKK-PYD, alla guida di un movimento popolare, dal basso, fatto di uomini e donne, uniti al di là delle barriere nazionali, etniche, religiose… È un processo . Sicuramente non che la tanto ricercata pace in Medio Oriente sia dietro l’angolo, o che paesi che hanno alimentato per anni rivalità e conflittualità abbiano scoperto l’importanza del dialogo e della risoluzione pacifica delle controversie. Dall’inizio dell’anno e in misura crescente nelle ultime settimane si assiste a un’inedita fioritura di colloqui e contatti diretti tra attori che negli anni recenti hanno interrotto ogni dialogo e assunto posizioni opposte nei conflitti e nelle numerose crisi regionali. Contenuto trovato all'interno – Pagina 126Miller è stato consigliere delle Amministrazioni Usa sul Medio Oriente per 25 anni. E' stato al fianco di sei segretari di Stato, ... E cosa succede della riconferma dell'accordo sul nucleare che è in fase di negoziato a Vienna? Dall’altro, in Iraq, il gruppo islamico sta distruggendo il governo di al-Maliki, l’uomo di Teheran. Seguito ideale del precedente Tre pietre fanno un muro, Negli scavi introduce il lettore nel meccanismo stesso dell’archeologia moderna, soddisfacendo tutte le domande che ogni mente curiosa si pone quando legge le storie meravigliose ... Né che attori esterni come gli Stati Uniti che hanno contribuito negli anni – con la loro presenza o con la loro assenza – ad alimentare questi conflitti e rivalità abbiano deciso di accordare alla risoluzione delle molte crisi mediorientali la priorità nella loro agenda di politica estera. La stessa idea debba esistere un unico e vasto regno unito nella penisola è discutibile vista la lunga tradizione e larga presenza di semplici emirati. Da un lato, come spiegato sopra, l’avanzata dell’ISIS ha contribuito, paradossalmente, a consolidare la posizione del regime siriano,e dunque l’influenza iraniana in Siria. Quando poi, giustamente, Israele reagisce succede il finimondo. Con il prezzo del greggio a 20 dollari al barile, Mohammed Bin Salman sta scoprendo quello che succede quando il mondo non ha più bisogno del tuo petrolio. Per il momento il regno si sta preparando all’arrivo di nuovi profughi dall’Iraq. Siria. Non sempre ciò che si deve e si vorrebbe fare è ciò che è oggettivamente possibile fare. L’avanzata dell’ISIS, dunque, non riguarda soltanto Siria e Iraq, che pure sono i due paesi più colpiti. Ma è retta da una dittatura, . Tra paesi con un trascorso conflittuale come Iran e Arabia Saudita, queste prime misure per la costruzione della fiducia reciproca sono fondamentali. Le dichiarazioni di Enrico Letta sulla tragica situazione in Medio Oriente. Ai contatti turco-egiziani si sommano i segnali di riavvicinamento di Ankara anche a Arabia Saudita e Emirati, anche se su questi fronti i progressi sembrano più lenti. Non solo. Anni fa, prima della cosi detta"primavera", . Città accomunate da una vicinanza geografica e da sanguinosi conflitti in corso . 23/08/2021. Nelle ultime settimane ci sono stati due colloqui telefonici diretti tra Erdogan e il re saudita Salman.  La stessa legittimità della monarchia assoluta dei al-Saud non ha né l’attualità della modernità, né il fondamento della tradizione islamica, né il fondamento tribale-etnico essendo il cuore della penisola, storicamente, posto tra Mecca e Medina nell’Hijaz e non certo a Riyad nel Najd. Costeranno nel senso che dovranno in qualche modo funzionare, ovvero distribuire un qualche dividendo ai contraenti pena la loro polverizzazione subito dopo la loro istituzione. Ecco cosa fare a seguito della crisi in Medio Oriente 08.06.2017 È su tutti i giornali e su tutti i tg la notizia della rottura dei rapporti diplomatici tra Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Yemen e Maldive con lo Stato del Qatar, accusato di sostenere gruppi terroristici. Fra […] Negli ultimi tempi se ne sono contati di considerevoli anche in altre aree del mondo (Ossezia del sud, Ucraina, Mali etc.) Medio Oriente. Questa voce è stata pubblicata in geopolitica, usa e contrassegnata con accordo 5+1 Iran, accordo sul nucleare iraniano, Al-Kowa, cosa sta succedendo in medio oriente, cosa succede in medio oriente, geopolitica mediorientale, guerra del Medio Oriente, salafismo, sciiti vs sunniti, strategia geopolitica USA, Trattati tpp e ttip. Invito chiunque mi legga e mastichi una qualsiasi lingua straniera a informarsi sull' Afghanistan evitando di leggere i maggiori quotidiani italiani. Le tensioni con l’Arabia saudita hanno spinto il precedente emiro ad abdicare a favore del figlio, che ha deciso di mantenere un profilo più basso in Siria, cedendo di fatto ai sauditi il “comando” del sostegno ai ribelli. Alcuni accusano addirittura alcuni esponenti del governo iracheno di avere coperto i cosiddetti squadroni della morte sciiti, che in alcune zone hanno fatto “pulizia etnica” dei sunniti. Non è detto che funzioni ma è comunque un’idea, stante che poi non ce ne sono molte altre. Ai loro occhi la guerra civile in Siria e la lotta contro il governo iracheno fanno parte della stessa jihad per la costruzione di un unico, vasto Stato islamico che sia basato sulla legge coranica, non sulle identità nazionali. La notizia di questi giorni è che l’ISIS (acronimo di “Islamic State of Iraq and Greater Syria”, noto anche come ISIL, “Islamic State of Iraq and the Levant”) ha preso alcune città nel Nord dell’Iraq, e in particolare Tal Afar, vicino al confine con la Turchia e Siria, Mosul, poco più a Est, e Tikrit, la città natale di Saddam, nel centro-Nord del paese. Medio Oriente. Effettivamente gli USA hanno e stanno provando a stendere la propria rete del Pacifico, per altro con risultati da modesti a nulli. Gli USA, nella loro configurazione attuale, risultano un ente parzialmente diviso. Pur essendo arabi (e dunque non iraniani dal punto di vista etnico e linguistico), gli iracheni sciiti sono considerati molto vicino all’Iran, la più grande nazione sciita al mondo. A inizio aprile è arrivata l’ufficializzazione dell’esistenza di un dialogo diretto ad alto livello tra Iran e Arabia Saudita, facilitato dal primo ministro iracheno Mustafa al Kadhimi. ( Chiudi sessione /  Oggi invece la posizione di Assad, che è pure stato “rieletto” a un terzo mandato con delle elezioni-farsa, sembra più solida che mai, almeno nel breve periodo. Contenuto trovato all'internoÈ sbagliato mangiare con le mani: bene, cosa succede se lo faccio? Mi fa male? O fa solo male al tuo sistema di credenze? Cosa succederebbe se tu andassi in alcune parti del Medio Oriente o in Africa, dove si mangia rigorosamente con le ... Cosa succede in medio oriente ? Poi, tra febbraio e marzo, la formazione di un governo di unità nazionale in Libia, che per la prima volta dopo sei anni prova a superare la rivalità tra il GNA di Tripoli e il LNA di Tobruk, artatamente alimentata da numerosi attori, sia regionali che extra. Ma poi, se gli Usa rimanessero confinati dalla parte sionista-sunnita, oltre a favorire la costituzione di un polo opposto iraniano/sciita-russi-cinesi (tutti assai concordi nel combattere il fondamentalismo terroristico integralmente di matrice ultra-sunnita), sarebbero senza scampo trascinati in una quadrante di tensioni gravi da cui gli americani non trarrebbero nessun beneficio ed anzi molte possibile insidie oltreché impegni e costi da evitare. Un governo eterogeneo, o peggio ancora, nato già dimissionario è un passo falso nella strategia geopolitica israeliana. Contenuto trovato all'interno – Pagina 129Soprattutto negli ultimi mesi, ma in generale quasi sempre quando si parla di cosa succede in Medio Oriente, si discute della rivalità e degli scontri tra sciiti e sunniti, i due principali rami dell'Islam. La questione è diventata di ... Contenuto trovato all'internoSe Aaron vince il concorso e viene a lavorare a Berlino, cosa succede? Vi separate? ... Forse potevi aprire un negozio o cercare di estendere a Berlino l'import-export che qualche volta facevi dai paesi del Medio Oriente a Trieste. La Storia. La riapertura dei paesi arabi alla Siria di Bashar Assad, sospesa dalla Lega Araba nel novembre 2011, è in realtà un trend che ha preso avvio da diversi mesi. La continuazione della politica Usa di “massima pressione” era però il fattore all’origine dell’aumentata aggressività iraniana: in mancanza di incentivi positivi come un allentamento delle sanzioni, Teheran non aveva alcun interesse ad abbassare la tensione; inoltre, la combinazione degli effetti economici delle sanzioni, e della pandemia di coronavirus – che ha colpito l’Iran in maniera preponderante nella regione –, ha instillato tanto nella leadership saudita quanto in quella USA il convincimento che la Repubblica Islamica fosse sul punto di cedere alle richieste di Washington. Il tanto atteso ritorno alle urne non è riuscito a . E’ questo un tentativo di egemonia del sunnismo da parte della sua componente storica più conservatrice, una sorta di pan-islamismo hanbalita. E c’è chi si è spinto a semplificare il tutto con un “Isis è una creatura americana” come se CIA a vari apparati del gigante imperiale avessero varato una sofisticata covert-operation al fine di creare il supremo disordine su cui imperare. Parlando ai microfoni della Cbs, la senatrice repubblicana Lindsday Graham ha ipotizzato che l’ISIS avanzi anche in Libano e in Giordania. Infine, hanno appoggiato in qualche modo il governo iracheno (per lo più sciita) ed i curdi nell’azione di resistenza e contrattacco contro lo Stato islamico. Gli attacchi dell’ISIS, probabilmente il gruppo sunnita più violento nei confronti degli sciiti, vanno inseriti in questo contesto: stando alle notizie diffuse, pare che i guerriglieri dell’ISIS abbiano giustiziato molti sciiti nelle città sotto il loro controllo. Registrato: 14 anni fa. Qualche analista, stando a quanto riporta il New Yorker, prevede addirittura qualche azione congiunta contro l’ISIS, con i droni americani che offrono copertura aerea alla Guardia rivoluzionaria iraniana, che parrebbe pronta a un intervento via terra. Hanno poi  sommato altri due fatti che hanno scontentato non poco i due principali alleati locali: Israele ed Arabia Saudita. Il conflitto tra Israele e Hamas riesplode a pochi giorni dal Festival Eurovision, previsto a Tel Aviv il 14 maggio. Non è questa la sede per ricostruire nel dettaglio le tappe che hanno segnato l’avanzata dell’ISIS in Siria e in Iraq: per chi volesse farlo, comunque, questa mappa interattiva messa a punto dalla radio NPR rende l’idea. Effettivamente hanno messo in piedi una sceneggiata in Ucraina che ha reso improvvisamente d’attualità una cosa che neanche due anni fa sarebbe sembrata folle: il ritorno dell’orso russo, imperialista, minaccioso, aggressivo (?). Rimane però l’ostacolo delle sanzioni USA, soprattutto le misure restrittive introdotte dal Caesar Act, che impediscono di instaurare relazioni economiche con uomini chiave del regime di Damasco.  La Teoria del caos è assai fascinosa e sofisticata ma se la si studia si scoprirà che per porsi come attrattore nello spazio delle fasi, occorre che il caos non degeneri, sia esso stesso contenuto e controllato, sia anche se in modo complesso, “deterministico”. Il Medio Oriente visto da Gerusalemme Intanto l’ISIS continua a combattere anche in Siria e c’è chi teme che i territori da esso controllati possano estendersi fino alla Giordania. Una cosa è certa. Cosa sta succedendo in . È dunque necessario sfruttare l’attuale finestra di opportunità, che è esposta a diverse vulnerabilità e ostacoli, ma che merita di essere esplorata e incoraggiata per arrivare a una stabilizzazione duratura della regione del Mediterraneo allargato. Ha rivitalizzato la NATO (il primo e più importate dei vari trattati). Ecco allora plausibile l’idea di costruire un pianoforte a quattro tasti, Egitto, Arabia Saudita, Iran, Turchia, che possa permettere alle potenze regionali, se sono in grado di agire in concerto tra loro, se non lo fossero di permettere al concertista statunitense di pigiare ora questo ora quel tasto per coprire la stonatura di chi prende ad agire per conto proprio, creando nuovo potenziale disordine. Sebbene i driver profondi della rivalità non siano stati appianati, il “reintegro” di Doha ha rappresentato una scelta dettata da pragmatismo: una presa di coscienza circa il fatto che quattro anni di blocco e boicottaggio non hanno minimamente mutato l’orientamento qatarino, e un dono offerto all’amministrazione Biden in occasione del suo insediamento. Non piace l’esser lasciati soli, non piace perdere una chiave di ricatto sul gigante americano, non piace che sul mercato arrivi una nuova fonte energetica la cui tecnologia potrebbe poi esser utilizzata da altri dando una certa prospettiva alle fonti dei gas di scisto che hanno forse una geografia ben più ampia di quella del petrolio in quanto tale. L'Egitto è una grande nazione africana, la più importante nella storia africana. Si potrebbe partire dallo Yemen o dagli attentati in Tunisia o dallo Stato islamico e dalla guerra civile siriana. Ci riferiamo all’ambigua presenza del senatore McCain in Siria, l’ambigua presenza-non presenza accanto/contro lo Stato islamico che qualche volta trova depositi di armi americane lasciate lì dalle truppe che si ritirano, qualche altra volta come a Kobane viene bombardato con decisione per impedirne l’azione militare. Né le operazioni di polizia anti-terrorismo operata da droni hanno più di tanto compensato le perdite di bilancio dei produttori di armamenti  viziate dal public spending Cheney-Bush. Il gas ed il petrolio che sono incerte certezze ed un comandante in capo alla potenza suprema che non ha maggioranza parlamentare e scade tra venti mesi. Una tra le più importanti conseguenze della Grande . Sei cose da sapere per inquadrare i fatti, nello scontro tra Polonia ed Europa sullo Stato di diritto. -entrambi hanno come nemico l'isis e assad ? La strategia omamiana dichiarata è quella che individua il principale problema in Asia, in Cina, da cui consegue una complessa strategia del Pacifico e un auspicato accerchiamento dello spazio di manovra cinese. COSA SUCCEDE IN ARABIA SAUDITA? ( Chiudi sessione /  Nel settembre 2019 infatti era stato l’attacco sulle infrastrutture di Saudi Aramco ad Abqaiq e Khurais – attribuito all’Iran – e la mancata reazione statunitense, a portare la leadership saudita a ricercare il contatto con Teheran: intimorita dall’aumentata aggressività iraniana (la “massima resistenza” in risposta alla “massima pressione” trumpiana) e dalla dimostrazione della precisione con cui armi iraniane possono colpire infrastrutture strategiche, Riad aveva cercato pragmaticamente il dialogo con Teheran per evitare di rimanere “vittima” dell’aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Iran. (Dr) Negli ultimi dieci anni l'Egitto ha prodotto vari film che hanno ottenuto premi nell'ambito di concorsi internazionali. Aumentano le temperature estive nella regione del Medio Oriente e dell' Africa del Nord. Anche in questo caso a inasprire le relazioni tra i due blocchi è stato il disaccordo sulla leadership egiziana post-primavere, con Ankara fortemente a favore del presidente Morsi e Arabia Saudita/Emirati a sostegno della contro-rivoluzione di al-Sisi. L'offensiva israeliana su Gaza, denominata Protective Edge (margine di protezione), ha causato in soli tre giorni ben 74 morti e 550 feriti. Le milizie curde (i peshmerga) si sono scontrati con l’ISIS a Kirkuk, città poco lontana dal Kurdistan iracheno, ma pare sia stata raggiunta una tregua. e l'africanista Marco Cochi per capire cosa sta succedendo in Arabia Saudita. La guerra, i profughi, la pandemia. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Facebook. Pubblicato il 30 marzo 2015 da pierluigi fagan. Re:Guerra in Medio Oriente « Risposta #434 il: 29 Mar 2019, 05:27 » Jimmy, con affetto, su questo tema sei un troglodita ignorante che parla per pura propaganda che beve dalle sue fonti sioniste, senza minimamente tenere conto della realtà. Che cosa succede in Medio Oriente? Contenuto trovato all'interno... importati dal Medio Oriente, raffinati in Sicilia ed esportati oltreoceano62. La sua uccisione preoccupa le famiglie americane, che decidono di mandare a Palermo un emissario per capire cosa succede e come occorre comportarsi. Insomma gli americani marciano divisi e colpiscono divisi, il che in un mondo complesso è garanzia di più disordine di quanto già non ce ne sia spontaneamente. Molti nell’area della contro-informazione, hanno interpretato questo come un avvallo al progetto fondamentalista, uno spregiudicato uso del terrorismo da parte dell’”Impero del caos”. IL TOTALE E’ SEMPRE LA SOMMA DELLE SUE PARTI. È sicuramente prematuro e forse ingenuo parlare di grand bargain su un nuovo ordine regionale, costruito su cardini di dialogo e riconoscimento reciproco e risoluzione pacifica delle controversie. intopic.it è un raccoglitore automatico di notizie dell'ultima ora di cronaca, politica e attualità italiana ed internazionale. È a cura di Francesca Gnetti, della redazione di Internazionale. Sempre lo Stato islamico si muove per ottenere una egemonia nella guerra civile libica, è probabilmente dietro l’attentato di Tunisi e più in generale, le azioni ribelli-terroristiche da al-Qa’da nel Maghreb, dello stesso Boko Haram così come in Afghanistan e le continue azioni in Pakistan oltreché le minacce che vanno dai Balcani alla Cecenia al Xinjang cinese mostrano una regia che si fa fatica a non addebitare all’ideologia wahhabita ed ai più prosaici interessi sauditi. In Medio Oriente è sempre così. La Giordania ha infatti un ruolo chiave nel turbolento Medio Oriente, confinando con Israele, Cisgiordania, Siria, Iraq e Arabia Saudita. Contenuto trovato all'interno – Pagina 144«L'elemento su cui occorre riflettere è il caos che domina il Medio Oriente. Basta guardare a cosa succede in queste ore in Libano o in Iraq. Questo unito agli effetti delle grandi migrazioni, e ai cambiamenti climatici che sovente sono ... Da un lato infatti è un paese profondamente destabilizzato dalle divisioni interne e dall’influsso di profughi siriani, dall’altro però la milizia più forte sul territorio è senza dubbio Hezbollah, gruppi sciita bene armato e bene addestrato legato a doppio filo con Teheran: puntare sul Libano, insomma, significherebbe per l’ISIS andare nella tana del nemico più forte. A breve, inoltre, Zarif si recherà in visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti, paese che, insieme all’Arabia Saudita, ha guidato in questi anni il fronte del contenimento anti-iraniano. Le principali questioni al centro del dialogo sembrano essere la ricerca di una soluzione alla guerra in Yemen e colloqui sulla sicurezza marittima. Si potrebbe partire dallo Yemen o dagli attentati in Tunisia o dallo Stato …. Il Forum Trentino per la Pace propone per domani , giovedì 31 luglio alle 17.30 presso il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale in vicolo S. Marco l'incontro pubblico sul tema "Da Gaza a Bagdad via Damasco: cosa succede in Medio Oriente?

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